Nell’Italia contemporanea, la famiglia si presenta come una pluralità dinamica e flessibile di soluzioni, che risponde alle nuove caratteristiche della vita sociale e si adatta ad esse: ci si sposa meno e più tardi, la convivenza è molto più frequente, si fanno meno figli, ci si separa e si divorzia più spesso e, di conseguenza, si formano nuove famiglie ricostituite. La famiglia è oggi fondata sull’affetto, basata più sull’amore che sul rigore, è meno normativa e più sociale. Risulta, quindi, insoddisfacente la definizione di famiglia presente nella Costituzione, “Società naturale fondata sul matrimonio”, da cui dipende la tutela previdenziale e successoria dei componenti della famiglia prevista dal nostro ordinamento: diritto alla pensione di reversibilità ed alla quota di legittima del coniuge.
Immaginate la posizione di un cliente cinquantenne convivente con una bella signora quarantenne con figlio minorenne a carico. In caso di premorienza del cinquantenne, senza alcuna pianificazione, nessuna quota ereditaria e nessuna pensione di reversibilità spetterebbe alla convivente. L’unico erede sarebbe il figlio minorenne che, in quanto tale, avrebbe bisogno del consenso del giudice tutelare per l’amministrazione del patrimonio. Il patrimonio ereditato rimarrebbe, quindi, vincolato e non utilizzabile per il mantenimento del tenore di vita della convivente.
Proviamo a valutare i possibili vantaggi di una pianificazione successoria articolata in 3 passaggi: Testamento, Vita intera e TCM.
Attraverso il testamento sarebbe possibile per il cinquantenne assegnare il patrimonio immobiliare al figlio minore, riconoscendo allo stesso almeno la quota di legittima stabilita nel 50%. Con un patrimonio immobiliare inferiore al milione di euro non sarebbe prevista imposta di successione.
Attraverso una polizza a vita intera sarebbe possibile assegnare il patrimonio liquido alla compagna sino al 50% di quota disponibile, abbattendo completamente il carico fiscale altrimenti previsto nella misura dell’8% (Imposta di Successione) e quello relativo ai rendimenti (Imposta sul Capital Gain).
Attraverso una TCM sarebbe infine possibile aumentare la tutela successoria della compagna in considerazione dell’effetto leva che tale tariffa è in grado di generare. La quota disponibile, infatti, viene “consumata” dai soli premi, notoriamente molto contenuti in confronto alla possibile prestazione della Compagnia.
A questo punto, il Consulente Finanziario, secondo voi, può svolgere un ruolo attivo nella sensibilizzazione verso le esigenze di copertura e nella raccomandazione delle soluzioni di tutela della coppia di fatto, ancora priva in Italia di riconoscimento giuridico?